STORIE DI ORDINARIA RIVOLUZIONE… il fenomeno ISLANDA
Cari amici
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all’unanimità di dichiarare l’insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l’Olanda, forti dell’inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un’assemblea popolare per riscrivere l’intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l’Islanda verso il recente collasso economico.
bisognerebbe parlarne 2h al giorno su tutte le reti unificate... e invece... quasi NULLA... chissà come mai??
ecco un articolo tutto da leggere finchè rimane on line [clicca qui]
Cosa pensare sul silenzio mediatico delle reti televisive? Sarà che l'ISLANDA è un esempio scomodo per il resto dei paesi europei??
Pare che esista un documentario "God Bless Iceland" che illustra bene questa bellissima trasformazione e evoluzione islandese, dall’interno, con interviste, immagini di quei momenti… mi piacerebbe molto vederlo.
Se qualcuno ha altre informazioni, prego lasciare un commento... GRAZIE
Comments
l'articolo parla solo del referendum: hanno votato NO a restituire all'inghilterra 4 miliardi di euro. sai che forza, secondo voi NOI italiani cosa avremmo votato? :-)
inoltre bisogna notare che l'islanda ha una popolazione di 300 mila abitanti (milano ne ha 1 milione e 300 mila) quindi direi che organizzarsi risulta decisamente più semplice che in nazioni con 60 milioni di abitanti, come ad esempio da noi.
insomma, non mi sembra una roba così eclatante, ma posso sbagliarmi: mi sono basato solo sull'articolo e su due numeri, non conoscendo bene la storia di cui parli.
Posted by: Adriano, New World Leader | 15.07.11 10:19
stanno riscrivendo la costituzione... voi qui come la riscrivereste? (non come mettereste tutti d'accordo ma quali articoli migliorereste e come?
Posted by: Anonymous | 15.07.11 11:29
la questione su cui punto il dito io... è il silenzio mediatico su un risultato incredibile... quello che ho scritto in grassetto mi pare di estrema importanza.
per rispondere all'anonimo ci vorrebbero giorni :-)
ma non è detto che lo farò in un articolo specifico.
saluti
Posted by: Gianni Mercuri | 15.07.11 11:44
bè ma è come se un quartiere di milano riscrivesse le proprie regole, in che posizione lo mettereste a livello internazionale? gesù, son 300mila persone.... e son riuscite ad accumulare debiti per 4 miliardi di euro! la prossima volta si fan furbi ed entrano subito nell'euro.
Posted by: Adriano, New World Leader | 15.07.11 12:30
effettivamente detto così, la "portata" dell'evento CAMBIA sensibilmente; non posso negarlo ... sai che mi hai convinto.
concordo in pieno!
bravo Adriano... :-)
Posted by: Gianni Mercuri | 15.07.11 13:06
cioè fammi capire: non ti riesco a convincere che gli UFO (intesi come alieni che ci visitano) son buffonate ma ti convinco così facilmente su un argomento di cui non ho mai sentito parlare solo con un paio di numeri e un po' di ironia?
:-)
Posted by: Adriano, New World Leader | 15.07.11 13:24
esatto... è proprio così!
:-)
Posted by: Gianni Mercuri | 15.07.11 13:26
Votare a favore dell'insolvenza non mi sembra una gran mossa...
Posted by: gdavide | 15.07.11 14:24
Te pensa se in Italia si decidesse tutti di fallire.
Si annullerebbero tutti gli stipendi degli statali, tutte le pensioni non ci sarebbero più, non ci sarebbero più versamenti INPS e si sarebbero persi tutti i versamenti passati... tutte le aziende che hanno appalti pubblici non sarebbero pagate... ecc ecc ecc...
Dite che con un referendum si approverebbe in fretta l'insolvenza?
In Italia siamo circa 60 milioni ed abbiamo un debito pubblico pari a 2000 miliardi... che fra l'altro non so bene come ci si sia arrivati... qualcuno lo sa?
E le privatizzazioni degli anni '80 e primi anni '90? Io non ricordo particolare evidenza di ciò che successe sul Britannia e perché... voi avete qualche ricordo di 20-25 anni fa?
Posted by: Anonymous | 15.07.11 16:39
a proposito di UFO
ildemocratico.com/2011/01/09/esclusivo-aspettando-wikileaks-100-anni-di-brevetti-ufo/
Posted by: Anonymous | 15.07.11 17:11
è un link bellissimo!!
GRAZIE... chiunque tu sia!
saluti
Posted by: Gianni Mercuri | 17.07.11 10:23
Riguardo all'Italia in dieci anni la spesa pubblica complessiva al netto degli interessi è cresciuta di oltre il 50%, passando da 479 miliardi del 2000 a 723 del 2010. A che serve chiedere in prestito i soldi all'estero se gli investimenti non si è in grado di farli fruttare? Ad esempio per la Salerno Reggio quanto è stato speso e quanto ha fruttato? A chi ha fruttato? La tav, quanto costa e a chi frutta? Che cosa trasporterà? La popolazione aumenterà in modo tale da giustificare un aumento della velocità di trasporto e un aumento delle quantità trasportate? Oppure serve momentaneamente a fare fatturato grazie al cemento e quindi su grandi cifre più facile far risultare grosse briciole con le quali nutrire i potenti? Il rapporto fra Islanda e Italia non consente il confronto a mio avviso ma di sicuro di questo passo il fallimento è assicurato e non so quanti di quelli che passano di qui lavorano nella pubblica amministrazione ma sarebbe il caso di mettere le cose in riga ora e sarà il caso di imparare ad andare d'accordo sulla scorta islandese. Voi che ne pensate in merito, giustificate tutte le divisioni che usano per comandare meglio alla stregua del detto in latino?
Posted by: Anonymous | 17.07.11 12:31
crisis.blogosfere.it/2011/07/il-minnesota-ha-chiuso-i-battenti-e-ora.html
Posted by: Anonymous | 17.07.11 15:31
www.fuorispazio.net/def_archive_pageshow.php?direktorijum=Gennaio%2CFebbraio%2CMarzo%2CAprile%2CMaggio%2CGiugno%2CLuglio%2CAgosto%2CSettembre_2002&fajl=la_grande_disillusione.htm
Posted by: Anonymous | 17.07.11 15:34
Mettere d'accordo 300.000 persone è facile? Adriano scusa (lo faccio per Gianni) tu dici come se un quartiere di Milano si mettesse d'accordo.. hai mai vissuto in un condominio italiano? non si riesce a mettere d'accordo 12 persone sul colore della facciata della casa o sulla posizione delle biciclette.
Scusami, ma questo è un cambiamento epocale e di grande democrazia popolare.
Uno deve immaginare il processo per cui si arriva ad una soluzione del genere, i pensieri delle persone che decidono di fare questo, in altre parole la coscienza e la consapevolezza del cambiamento a cui si deve aggiungere della sensibilità di un intero popolo (grande o piccolo non importa) che si raccoglie a discutere assieme di un argomento comune. Queste cose si facevano nell'antichità quando le comunità raggiungevano le 4/5 mila unità.
Il problema italiano è (scusami gianni :) ) che di fronte a due tette ed una partita di pallone tutto si dimentica; il problema è (come già dissi in un vecchio post) che siamo il paese dei campanili e delle prese di posizione per "partito preso", ovvero: io sono di destra e dalla sinistra viene solo merda (per principio) o sono di sinistra e dalla destra viene solo merda (per principio)...
L'ignoranza in Italia è dilagante, la corruzione, l'individualismo.
In italia non ci se mette d'accordo per queste cose non perchè siamo 60 miglioni, fossimo anche in 5 non riusciremmo a metterci d'accordo perchè ormai è insito nella nostra educazione (morale, etica e civica) che il rendiconto personale e maggiore della cosa pubblica (res).
Finiamo nella merda (non posso fare una lunga e fine disquisizione delle motivazioni) perchè continuano ad in.....ci e nessuno DICE o FA NIENTE!
dopo il crollo del settore produttivo (ormai esiguo in italia) crollerà anche il settore dei servizi (che oggi è quello più sviluppato in italia) perchè non ci sarà niente da servire.
e poichè siamo tutti collegati, andremo con le gambe all'aria come in un enorme DOMINO.
forza islanda, mi trasferisco lì quasi quasi.
VOGLIO VIVERE IN UN PAESE CIVILE!
Posted by: Kamillo | 17.07.11 16:36
miLioni, non miGLIoni.
mi spiace kamillo, ma mettere d'accordo 300mila persone per votare sull'insolvenza di un debito stratosferico non mi sembra quel gran che. io sono un nuclearista, ma gli antinuclearisti in italia son riuciti a metterne d'accordo 50 e fischia milioni (il 98% dei votanti). paragona i due eventi e forse anche tu riuscirai a ridimensionare la faccenda.
Posted by: Adriano, New World Leader | 17.07.11 18:23
è vabbé una g una l di tutto il discorso inizi la tua risposta facendo notare un errore di battitura ? ;). Cosa fai? come i politici italiani che invece di stare sul pezzo denigrano l'avversario per i loro errori... eeee perdonami ma ti devo dire che sei proprio figlio dei tuoi tempi :)
Perdonami ma il 98% è di coloro che hanno detto sì all'abrogazione della norma il che corrispondeva circa al 57% degli aventi diritti al voto e quindi (su +o- 48.000.000 di aventi diritto) a poco più di 24.000.000 di persone. Gli altri non sono "stati messi d'accordo" semplicemente si devono adattare ad una scelta (anzi scIelta, così puoi correggermi nuovamente) democratica. Andare a votare inoltre facendo una bella X come Carlo Magno è un po' diverso che riscrivere una Costituzione.
Paragona l'Italia con altri paesi (magari civili) e forse, ma forse, anche tu, come tutte le altre persone d'intelletto e d'amore, riuscirai a ridimensionare la tua comprensione, ma forse.
XD
Posted by: Kamillo | 18.07.11 09:39
dopo aver fatto notare l'errore (di tutti i posti dove una 'g' poteva finire proprio lì?) sono rimasto in tema.
e tanto per rimanere in tema vorrei dirti che anche in islanda si parla di percentuali sugli aventi diritto, quindi il paragone è assolutamente pertinente. non puoi usare due pesi e due misure, sennò crei falle nel tuo discorso.
per ora mi sono limitato a commentare il voto degli islandesi sull'INSOLVENZA (perchè di questo si tratta), se hai delle info riguardo la sopracitata riscrittura della costituzione sono curioso di dargli un occhio, ma il discorso era improntato sull'articolo citato da Gianni che parlava del referendum.
detto questo, non riesco a immaginare un 'paese civile' che non si assuma le proprie responsabilità votando per NON PAGARE i propri debiti. ho esempi molto migliori (quasi tutti nel nord europa) e di certo noi non siamo tra quelli, ma l'islanda non ce la vedo proprio, a leggere quel poco che ho letto. pronto a cambiare idea, ovviamente, ma mi servono delle info in più e, essendo un argomento che mi interessa poco, non mi va di sbattermi a cercare e vorrei averle bell'e pronte sotto forma di link! :-)
Posted by: Adriano, New World Leader | 18.07.11 10:49
che scontro... Kamillo VS Adriano...
grazie per i vostri commenti!
Posted by: Gianni Mercuri | 18.07.11 18:11
a che serve votare l'insolvenza se poi i conti saranno comunque regolati fra gli stati? ad ogni modo non credo in una islanda autarchica e se vorranno avere dei commerci sulle cose che non producono (per mille motivi) allora il debito lo dovranno pagare per forza volenti o nolenti... non so quanti gli possano dare credito se non onorano i debiti. ...ad ogni cosa leggendo qui e là c'è una cosa che non ho capito e chiedo: cosa vuol dire nazionalizzare le banche?
Posted by: Anonymous | 18.07.11 20:06
chi è lo stato? il popolo. se il popolo vota per non pagare un debito suppongo si intenda che sia lo stato quindi a non voler pagare il debito. l'inghilterra ne ha preso atto e infatti nell'articolo si dice che comunque le trattative continuano e verranno proposte delle dilazioni.
Posted by: Adriano, New World Leader | 18.07.11 21:30
Oh finalmente! innanzitutto Grazie Adriano per la bella chiacchiera, poi dico... scusami, ma se qualcuno ti raggira non è forse illegale? se le speculazioni fatte dagli investitori non sono legali è possibile, anche a livello di Stato rifiutarsi di pagare il debito? Aveva, se non erro, fatto così, diversi anni or sono l'Ecuador che aveva rifiutato gli assalti speculativi internazionali.. "piccolo" esempio è parmalat.. pompata illegalmente dalle società di rating che avevano ricevuto una bella mazzetta. Non conosco esattamente l'origine del debito pubblico dell'Islanda, che per inciso si ripianerebbe con "soli" 15.000 euro per abitante (non oso calcolare quello italiano., ma l'Islanda non è l'Italia (cioè popolo noto per la sua "onestà"), se hanno fatto questa scelta ci sarà un fondamento di senso?
Non sarebbe corretto che che chi commette un errore, o un atto illegale, pagasse?
Non sarebbe ora dare una responsabilità civile e penale (oltre che ai medici, avvocati ed altri lavoratori) anche ai Politici?
o con la scusa che sono stati votati hanno fatto l'interesse del paese, ma poverini... si sono impegnati, ma non sono stati capaci a ripianare il debito?
Siamo in crisi, non raccontiamoci balle, e loro si aumentano gli stipendi contemporaneamente alla manovra che rimette i ticket (che colpiscono principalmente anziani e malati cronici)... ma sarebbe una giusta pretesa di ogni singolo cittadino italiano smettere di pagare le tasse (scalando di un livello l'esempio dell'Islanda).
Non è possibile che la colpa sia sempre di quelli che sono venuti prima, della crisi mondiale, di pluto e paperino, ma qualcuno non si indigna minimamente (oltre che rendersi conto) che diritti e doveri sono abbinati?
Se io ho il dovere di pagare le tasse, e ti posso assicurare che lo faccio, dove sono i servizi a me destinati?
pago un diritto al lavoro (camera di commercio)
pago le accise sulla benzina
pago il canone
pago la telecom
pago le autostrade
pago le visite specialistiche
pago i plateatico
pago il bollino blu, verde e giallo,
pago la tassa governativa sull'uso del cellulare
pago 14.62 euro per ogni domanda all'ente pubblico
pago qualsiasi cosa.
ma dove c...o sono i servizi dello stato per cui pago?
a inoltre aumenta la spazzatura per la differenziata
ma BASTA!
basta furterie, leggi ad personam, basta! io mi ribello civilmente, non ti pago più NULLA e non me ne frega niente della responsabilità.
pagasse chi ha sbagliato! o quantomeno se lo sforzo deve esserci, deve essere di TUTTI nessuno escluso.
Ciao! ;)
Posted by: Kamillo | 20.07.11 11:37
Credo che nazionalizzare le banche significhi che da private diventino a partecipazione pubblica, quindi con un controllo interno..
a per la precisione, la Cina, che saranno pure delle bestiacce ha le società di rating nazionali.
vogliamo farla meno sporca e più sicura? facciamo delle società di rating miste e se vengono corrotte una bella sanzione che le mette un po' in ginocchio per fargli ricordare di non speculare :)
Posted by: Kamillo | 20.07.11 11:43
boh... mi pare demagogia e basta. cmq non ci capisco nulla di 'ste robe, quindi taccio. proverò a smettere di pagare le tasse, ma quando mi troverò la finanza in studio gli darò il tuo nome a cui rivolgersi! :-)
Posted by: Adriano, New World Leader | 20.07.11 13:36
copio incollo:
LONTANO DAI RIFLETTORI
Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale
L'hanno definita una 'rivoluzione silenziosa' quella che ha portato l'Islanda alla riappropriazione dei propri diritti. Sconfitti gli interessi economici di Inghilterra ed Olanda e le pressioni dell'intero sistema finanziario internazionale, gli islandesi hanno nazionalizzato le banche e avviato un processo di democrazia diretta e partecipata che ha portato a stilare una nuova Costituzione.
di Andrea Degl'Innocenti - 13 Luglio 2011
Una rivoluzione silenziosa è quella che ha portato gli islandesi a ribellarsi ai meccanismi della finanza globale e a redigere un'altra costituzione
Oggi vogliamo raccontarvi una storia, il perché lo si capirà dopo. Di quelle storie che nessuno racconta a gran voce, che vengono piuttosto sussurrate di bocca in orecchio, al massimo narrate davanti ad una tavola imbandita o inviate per e-mail ai propri amici. È la storia diuna delle nazioni più ricche al mondo, che ha affrontato la crisi peggiore mai piombata addosso ad un paese industrializzato e ne è uscita nel migliore dei modi.
L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.
Ma procediamo con ordine. L'Islanda è un'isola di sole di 320mila anime – il paese europeo meno popolato se si escludono i micro-stati – privo di esercito. Una città come Bari spalmata su un territorio vasto 100mila chilometri quadrati, un terzo dell'intera Italia, situato un poco a sud dell'immensa Groenlandia.
15 anni di crescita economica avevano fatto dell'Islanda uno dei paesi più ricchi del mondo. Ma su quali basi poggiava questa ricchezza? Il modello di 'neoliberismo puro' applicato nel paese che ne aveva consentito il rapido sviluppo avrebbe ben presto presentato il conto. Nel 2003 tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Da allora esse avevano fatto di tutto per attirare gli investimenti stranieri, adottando la tecnica dei conti online, che riducevano al minimo i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interesse piuttosto alti. IceSave, si chiamava il conto, una sorta del nostrano Conto Arancio. Moltissimi stranieri, soprattutto inglesi e olandesi vi avevano depositato i propri risparmi.
La Landsbanki fu la prima banca a crollare e ad essere nazionalizzata in seguito al tracollo del conto IceSave
Così, se da un lato crescevano gli investimenti, dall'altro aumentava il debito estero delle stesse banche. Nel 2003 era pari al 200 per cento del prodotto interno lordo islandese, quattro anni dopo, nel 2007, era arrivato al 900 per cento. A dare il colpo definitivo ci pensò la crisi dei mercati finanziari del 2008. Le tre principali banche del paese, la Landsbanki , la Kaupthing e la Glitnir , caddero in fallimento e vennero nazionalizzate; il crollo della corona sull'euro – che perse in breve l'85 per cento – non fece altro che decuplicare l'entità del loro debito insoluto. Alla fine dell'anno il paese venne dichiarato in bancarotta.
Il Primo Ministro conservatore Geir Haarde, alla guida della coalizione Social-Democratica che governava il paese, chiese l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, che accordò all'Islanda un prestito di 2 miliardi e 100 milioni di dollari, cui si aggiunsero altri 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni Paesi nordici. Intanto, le proteste ed il malcontento della popolazione aumentavano.
A gennaio, un presidio prolungato davanti al parlamento portò alle dimissioni del governo. Nel frattempo i potentati finanziari internazionali spingevano perché fossero adottate misure drastiche. Il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Vale a dire spalmandolo sulla popolazione. Era l'unico modo, a detta loro, per riuscire a rimborsare il debito ai creditori, in particolar modo a Olanda ed Inghilterra, che già si erano fatti carico di rimborsare i propri cittadini.
Il nuovo governo, eletto con elezioni anticipate ad aprile 2009, era una coalizione di sinistra che, pur condannando il modello neoliberista fin lì prevalente, cedette da subito alle richieste della comunità economica internazionale: con una apposita manovra di salvataggio venne proposta la restituzione dei debiti attraverso il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro complessivi, suddivisi fra tutte le famiglie islandesi lungo un periodo di 15 anni e con un interesse del 5,5 per cento.
I cittadini islandesi non erano disposti ad accettare le misure imposte per il pagamento del debito.
Si trattava di circa 100 euro al mese a persona, che ogni cittadino della nazione avrebbe dovuto pagare per 15 anni; un totale di 18mila euro a testa per risarcire un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati. Einars Már Gudmundsson, un romanziere islandese, ha recentemente affermato che quando avvenne il crack, “gli utili [delle banche, ndr] sono stati privatizzati ma le perdite sono state nazionalizzate”. Per i cittadini d'Islanda era decisamente troppo.
Fu qui che qualcosa si ruppe. E qualcos'altro invece si riaggiustò. Si ruppe l'idea che il debito fosse un'entità sovrana, in nome della quale era sacrificabile un'intera nazione. Che i cittadini dovessero pagare per gli errori commessi da un manipoli di banchieri e finanzieri. Si riaggiustò d'un tratto il rapporto con le istituzioni, che di fronte alla protesta generalizzata decisero finalmente di stare dalla parte di coloro che erano tenuti a rappresentare.
Accadde che il capo dello Stato, Ólafur Ragnar Grímsson, si rifiutò di ratificare la legge che faceva ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei cittadini e indisse, su richiesta di questi ultimi, un referendum, di modo che questi si potessero esprimere.
La comunità internazionale aumentò allora la propria pressione sullo stato islandese. Olanda ed Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando a paventare l'isolamento dell'Islanda. I grandi banchieri di queste due nazioni usarono il loro potere ricattare il popolo che si apprestava a votare. Nel caso in cui il referendum fosse passato, si diceva, verrà impedito ogni aiuto da parte del Fmi, bloccato il prestito precedentemente concesso. Il governo inglese arrivò a dichiarare che avrebbe adottato contro l'Islanda le classiche misure antiterrorismo: il congelamento dei risparmi e dei conti in banca degli islandesi. “Ci è stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord – ha continuato Grímsson nell'intervista - ma se accettiamo, saremo l’Haiti del nord”.
I Cittadini islandesi hanno votato per eleggere i membri del Consiglio costituente
A marzo 2010, il referendum venne stravinto, con il 93 per cento delle preferenze, da chi sosteneva che il debito non dovesse essere pagato dai cittadini. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congelò immediatamente il prestito concesso. Ma la rivoluzione non si fermò. Nel frattempo, infatti, il governo – incalzato dalla folla inferocita – si era mosso per indagare le responsabilità civili e penali del crollo finanziario. L'Interpool emise un ordine internazionale di arresto contro l’ex-Presidente della Kaupthing,Sigurdur Einarsson. Gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonarono in fretta l'Islanda.
In questo clima concitato si decise di creare ex novo una costituzione islandese, che sottraesse il paese allo strapotere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale. Quella vecchia risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era praticamente identica a quella danese eccezion fatta per degli aggiustamenti marginali (come inserire la parola 'presidente' al posto di 're').
Per la nuova carta si scelse un metodo innovativo. Venne eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini. Questi furono scelti, tramite regolari elezioni, da una base di 522 che avevano presentato la candidatura. Per candidarsi era necessario essere maggiorenni, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito.
Ma la vera novità è stato il modo in cui è stata redatta la magna charta. "Io credo - ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del Consiglio costituente - che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet".
L'Islanda ha riaffermato il principio per cui la volontà del popolo sovrano deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale
Chiunque poteva seguire i progressi della costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del Consiglio eranotrasmesse in streamingonline e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte. Veniva così ribaltato il concetto per cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano di pochi saggi. La costituzione scaturita da questo processo partecipato di democrazia diretta verrà sottoposta al vaglio del parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni.
Ed eccoci così arrivati ad oggi. Con l'Islanda che si sta riprendendo dalla terribile crisi economica e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce o Fmi, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione.
Lo sappiano i cittadini greci, cui è stato detto che la svendita del settore pubblico era l'unica soluzione. E lo tengano a mente anche quelli portoghesi, spagnoli ed italiani. In Islanda è stato riaffermato un principio fondamentale: è la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Per questo nessuno racconta a gran voce la storia islandese. Cosa accadrebbe se lo scoprissero tutti?
Posted by: Anonymous | 21.07.11 02:27