Se conti il tempo che ti separa dal riaverlo con te, se dopo una giornata di alacre lavoro palpiti al pensiero che esso ti riappagherà delle fatiche affrontate e delle frustrazioni subite, se la mattina ti svegli mezz’ora prima dell’ora dovuta per stare un po’ con lui, ancora separata o separato dall’indaffarato giorno da un breve intervallo a te dedicato, se la sera tardi ti consola dai pensieri quotidiani, e dalle occupazioni diurne ti allontana a poco a poco, staccandotene dolcemente e invitandoti ad entrare nel suo mondo, se ha un posto nelle zaino della gita in montagna, perché, dopo la fatica della salita e il ristoro del pranzo al sacco, ci sarà per certo il tempo di goderne per un’oretta, se non può mancare nella sacca da spiaggia, tra la crema solare, con cui ogni tanto si unge per sbaglio, e gli occhiali scuri, ecco, se questo è vero per te, e quindi l’oggetto della tua passione è un libro, a te, amante della lettura è dedicato lo spettacolo teatrale “La voce delle cose”. Un libro non è una semplice cosa, ha appunto una voce, un tono, una propria storia da raccontare, e tutto ciò l’ha immaginato Edmondo De Amicis nel racconto “La voce d’un libro”, pubblicato nel 1907, narrazione da cui è tratta la rappresentazione che si avrà nel Teatro Barbieri a Vercelli sabato 12 maggio alle 21.30. Ne è interprete Giuseppe Sabatino, con fotografa di scena Anna Salviato direzione luci e suono di Stefano Tarchetti, musiche originali di Dario Buonvino, e regia di Cristina Salviato, per la Micio’s Production.

Si ringrazia Giuseppe S. per la segnalazione