Cultura generale #134 - Il discorso di John Swinton sulle prostitute intellettuali: i giornalisti
Cari amici
continua su questo blog la simpatica rubrica dedicata alle "perle di cultura" da spendere durante momenti goliardici con amici o al bar ... oggi parliamo di un personaggio davvero particolare: John Swinton uno dei primi redattore-capo del prestigioso giornale New York Times che pensate nel 1880 pronunciò, in occasione di un banchetto con i suoi colleghi presso l'American Press Association, uno storico discorso sulla libertà di informazione; eccolo (fonte foto wikipedia)
"Non c'è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo facesse esse non verrebbero mai pubblicate. Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti. Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro. Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattr'ore la mia occupazione sarebbe liquidata.
Il lavoro del giornalista è quello di distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano.Lo sapete voi e lo so pure io. E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?
Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte. Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri. Noi siamo delle prostitute intellettuali."
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Ringrazio Rosa L. per la segnalazione